Come controbattere in modo civile a dieci luoghi comuni sulla paternità

A Giugno nascono le mie bimbette, due in un colpo solo. Non ho fatto grossi proclami in merito ma ormai Sabrina gira con un otre nascosto sotto la maglia e è impossibile negare l’evidenza. Detto questo, più che congratulazioni o auguri, ricevo recriminazioni e gufate. Si tratta per lo più di uomini che guardano alla genitorialità altrui con gli occhi di chi ha considerato la propria come una sciagura. Dato che non ho nè voglia, nè tempo per rispondere adeguatamente come vorrei, ho compilato questo agile “vaffanculum”, versione incattivita di un normale vademecum, buono per i maschietti ma adattabile anche a molte femminucce.

1 – Adesso dovrai cambiare auto.
Ho un BMW con i sedili in pelle. Ho controllato e i seggiolini ci stanno che è una meraviglia. Inoltre, siete proprio sicuri che le mie figlie starebbero più comode in un’utilitaria di merda?

2 – Vedrai che adesso viaggerai di meno.
È la tipica frase pronunciata da chi non è mai andato da nessuna parte in vita sua e che fa due settimane di ferie sempre nello stesso posto da quarant’anni.

3 – Gli amici ti abbandonano.
E perchè dovrebbero pupparsi serate in casa mia a base di due neonate caganti, urlanti e affamate? Se sono veri amici, torneranno a tempo debito, altrimenti ad maiora. Se la cosa lascia l’amaro in bocca, è giusto chiedersi se si è mai usciti del tutto dall’adolescenza.

4 – Scordati quello che facevi prima!
È la frase che amo più di tutte, la più pregna di malauguri e recriminazioni. Immagino che chi la pronuncia, a causa dei figli abbia dovuto rinunciare a diventare miliardario in euro, interrompere la carriera di ingegnere aerospaziale, abbia smesso di fare orge con modelle di intimo, sia dovuto rientrare da Londra o New York o Berlino dove era il re della notte. Invece si scopre che il rimpianto tipico è quello di non poter andare a ubriacarsi il venerdì e il sabato sera in certi localini di merda di cui la provincia italiana è costellata. Capisco, sono delusioni.

5 – I figli costano.
Ma davvero? Non me lo aspettavo! E io che ero convinto che lo Stato mi elargisse un buono mensile di due, tremila euro per i prossimi vent’anni! Di norma si apre immediatamente il dibattito sul tema “lo stato italiano non aiuta le famiglie, aiuta solo gli immigrati che non pagano le rette degli asili nido, infatti poi vedrai quanti negri albanesi ci stanno, qui ci vorrebbe il ducie”.

6 – E adesso tua moglie come fa?
La aiuto io, coglione.

7- Ma gli cambierai anche i pannolini e gli darai il biberon?
No, le mie figlie nasceranno perfettamente in grado di farsi la doccia e di mangiare al ristorante in totale autonomia.

8 – All’inizio anche io la pensavo come te, ma poi vedrai che cambi idea.
Non è mai vero. Si tratta di una formula di circostanza che si apprende ai corsi di Retorica dei Luoghi Comuni che si tengono all’Università della Vita. Chi la proclama, di norma ha pensato che un figlio gli avrebbe stravolto l’esistenza non appena la moglie gli ha comunicato di essere incinta e da allora non ha più cambiato idea.

9 – Ma la casa a nome di chi è?
Ci sono quelli che non ti chiedono neanche il nome dei nascituri ma già prefigurano gli scenari post-divorzio. Lo fanno per metterti in guardia perchè ai corsi di Diritto delle Separazioni all’Università della Vita gli hanno detto che la casa va sempre alla mamma. Cosa che, per qualcuno, è più di un sollievo visto che assieme alla casa le danno anche i figli in custodia.

E, dulcis in fundo:

10 – Due figlie femmine? Coraggio!
E giù risatine. State tranquilli: se anche un giorno lo dovessero diventare, non saranno mai troie quanto vostra madre, vostra sorella o vostra moglie.